Una notte inquietante
Stanotte quando erano le 3.30 circa, mi sono svegliato con un fortissimo spostamento d’aria e gli allarmi che suonavano. Mi è sembrata strana tutta quell’aria tutta insieme, ma non gli ho dato molto peso anzi, chiuso nel dormiveglia ho sperato che quel vento stesse spazzando le nuovle dal cielo ed invece quelle più fosche e tremende si erano già addensate pochi minuti prima su gran parte dell’Abruzzo portandosi via case, cose, vite, affetti.
Neanche gli scricchiolii sentiti dopo la raffica di vento mi hanno insospettito, dopotutto non ho avuto mai modo di capire come ci si sente dentro un terremoto.
Solo stamattina, arrivato all’università, ho capito quello che era successo e da subito, con i primi lanci di agenzia è stato chiaro che la situazione è drammatica.
Purtroppo, come dicono molti, la solidarietà non smuove le macerie nè aiuta le famiglie distrutte ma allo stato delle cose sono le uniche cose che possiamo offrire a questa popolazione colpita già da tempo immemore da disastrosi terremoti (basti pensare a quello dell’800 con oltre 3000 morti).
Gira su facebook adesso la richiesta di sangue da donare all’avis del Lazio per aiutare quella dell’Abruzzo, non so quanto sia attendibile ma nel dubbio, se possibile, un salto i lo farei.
Ed ora inizieranno le solite, spesso sterili, polemiche su quello che si poteva e non si poteva fare; un gruppo di scienziati avevano predetto questa ecatombe, perchè non sono stati ascoltati? Esistono molti gruppi in tutto il mondo che basandosi su studi scientifici (e quindi circostanziati con prove evidenti e calcoli), riescono a prevedere un terremoto.
Basterebbe comunque non strumentalizzare all’italiana tutta la vicenda e magari, come a Firenze, mobilitarsi per aiutare concretamente chi al momento non ha null’altro che sè stesso. A loro un forte pensiero di vicinanza.
E’ stato quasi agghiacciante quando mio padre durante un collegamento esterno nel TG1 delle 13.30 ha indicato il paesino dal quale l’inviata stava facendo la cronaca dell’accaduto, dicendomi “io avevo affittato un appartamento lì per un lavoro una volta” ed ora invece non c’era praticamente più nulla se non edifici sventrati ed una chiesa diroccata.
Qui, la situazione in continua evoluzione, speriamo bene…