Caro professore…
…come dice mio fratello: "dagli la possibilità di scegliere una
minima cosa, e saranno tutti sheriffi". Quanto segue è uno scambio
di mail con il mio professore di critica letteraria, vorrei far notare in che
maniera si è rivolto a delle gentili richieste, mi sono sentito umiliato:
1) G.le Prof. nome mi chiamo nome ed ho seguito il corso appena
conclusosi di critica letteraria e letterature comparate , al momento sto preparando
la tesina ma, guardando il giorno da Lei scelto per la consegna, temo di avere
dei seri problemi visto che sono al lavoro e l’unica persona , cui potrei chiedere
di sobbarcarsi 3 ore di spostamento per venire a consegnarla per me, è a
casa azzoppata. C’è la possibilità di risolvere il problema?
Grazie e buona giornata firma
La sua risposta: No, o mi consegna la tesina nel modo da me descritto o la
consegna per febbraio. IO non sto ai comodi vostri: chiaro?
2) G.le Prof. nome, grazie della sollecita risposta, non volevo affatto imporre
i miei comodi sui suoi impegni, solamente pensavo che per una motivazione seria
come è quella del lavoro,ci fosse la possibilità di un certo "margine
di trattativa". Farò prendere un giorno di ferie a mia madre in
modo da potermi sostituire al lavoro. Grazie del tempo dedicatomi e buon preseguimento
di giornata firma
La sua risposta: Gentile studentessa, Le ricordo che anche io lavoro: forse
se ne era dimenticata!
3) Ehm, in effetti il nome può trarre in inganno, ma io sono uno studente
🙂 In ogni caso, ripeto, non era affatto mia intenzione asserire il contrario.
Siamo entrambi sulla stessa barca, a quanto pare.
La sua risposta: Mi dispiace ma non siamo affatto sulla stessa barca, nel
senso che io sono il professore e lei è lo studente: questo non lo dovreste
mai dimenticare, e anzi, per dirla tutta, trovo il suo atteggiamento molto
maleducato. Anzi visto che mi sto piuttosto arrabbiando la prego di non inviarmi
più e-mail, grazie
Come dire, allucinante, e non riesco a levarmi dalla testa le parole di Beppe
Grillo "è un nostro dipendente!" e noi con le nostre laute
tasse paghiamo per sentirci prendere quasi per scemi e velatamente a parolacce…che
verogna, e poi sappiate che se qualcuno vi racconta qualcosa di allucinante
sull’università non sta affatto esagerando; questo è l’ambiente
nel quale noi viviamo/studiamo e dal quale cerchiamo di scappare quanto prima
e se non ci riusciamo, abbandoniamo. Meglio una sconfitta con onore contro
una massa di ipocriti che un’umiliazione continua, da parte di un nostro dipendente
poi…