I miei articoli

Di tanto in tanto scrivo per qualche giornale (non li menzioni per non fargli fare brutta figura!) e qui ho deciso di pubblicare quello che scrivo. Sono pezzi su commissione sui più disparati argomenti

Benvenuti ad Ostia, dove la spiaggia sta diventando un optional
Gravissimi danni alle strutture e amministrazioni che latitano, ecco cosa ne pensano i rappresentanti del SIB Lazio e del SIB Ostia

Il continuo mutamento delle condizioni climatiche dell’intero globo che portano ad un’estremizzazione degli eventi atmosferici, sta creando molti problemi anche ad Ostia dove, con il tempo sempre più instabile, la costa segna il passo a favore del mare. Mai come in questo inverno, il problema dell’erosione costiera è diventato drammatico con seri rischi per la prossima stagione.
Per comprendere le motivazioni e cosa si stia facendo per risolvere il problema abbiamo intervistato Fabrizio Fumagalli, presidente del sindacato balneari e Rosella Pizzuti persidente del sib Ostia.

Rosella Pizzuti, qual è attualmente la situazione delle coste di Ostia?
La situazione più che gravissima la definirei decisamente drammatica, le condizioni atmosferiche sono sempre più instabili e danno origine ad eventi particolarmente intensi, ad Ostia abbiamo già avuto due trombe d’aria nell’arco di pochissimi giorni tra ottobre e novembre che, assieme alle mareggiate hanno arrecato forti danni. Basti pensare che con l’erosione, il mare è quasi arrivato alla strada e molte strutture sono già state invase dall’acqua.
E’ già possibile quindi una stima dei danni?
Al momento noi del SIB stiamo raccogliendo i dati che ci stanno pervenendo, va fatto notare che non prendiamo in considerazioni i piccoli danni, un imprenditore se dovesse avere 10 o 15 cabine rovinate dal mare è ovvio che provvede da sé a metterle a posto, qui parliamo di strutture che hanno subito gravissimi danni e, purtroppo, sono la grande maggioranza.
Fumagalli, perché si è creata questa situazione?
Il problema principale è la mancanza di sedimenti apportati dal fiume, ma non è un problema nuovo, tutt’altro! Sono ormai quasi quarant’anni che il fiume non porta nuovo materiale per le coste se poi lo sommiamo all’impercettibile ma costante innalzamento del livello del mare ci troviamo nella situazione attuale ma a tutto questo non vanno sottratte le responsabilità delle amministrazioni politiche.
La regione sembra aver rinunciato ai 100km di costa del Lazio sottoposti ad una costante erosione, la miopia della politica ha addirittura “smontato” l’ufficio competente che era tra i centri più avanzati nel monitoraggio costiero integrato in un programma europeo limitandosi ad alcuni interventi una tantum. La costa non è come un’autostrada che una volta costruita ha solo bisogno di manutenzione ordinaria bensì è un oggetto fortemente dinamico e sottoposto a fortissime forze ed interventi ogni 4 anni non possono avere la pretesa di risolvere problemi quotidiani mentre un giusto compromesso era stato raggiunto con il protocollo siglato le 1999 che prevedeva azioni ogni 1 o 2 anni.
Anche ad Ostia la situazione è così grave, signora Pizzuti?
Assolutamente. Immettere un milione di metri cubi ogni tanto non risolve il problema, semplicemente lo tampona per qualche tempo. Sono dieci anni che la situazione va peggiorando: dopo i “gloriosi” anni novanta con il ritorno dei romani al mare di Ostia, la situazione è andata sempre peggiorando.
Noi stessi del SIB siamo piuttosto interdetti, quando si decise per un ripascimento morbido con sabbia pescata al largo ci trovammo tutti d’accordo ma alla luce della situazione attuale credo che un intervento più deciso con un massiccio ripascimento e la creazione di barriere, sia l’unica soluzione.
E le amministrazioni cosa fanno?
Sono dieci anni che fanno studi su studi, ogni nuova amministrazione ne commissiona uno nuovo che immancabilmente sconfessa il precedente ed il risultato, qui ad Ostia, è che si studia soltanto il problema, senza mai trovare una soluzione definitiva e non si cerca neanche di tamponare la situazione con un serio programma strutturale di difesa della costa. In definitiva, troppo studi ma pochi fatti.
Ora, con questa nuova amministrazione, speriamo le cose cambino, stiamo chiedendo a tutti gli enti preposti un tavolo tecnico di concertazione dove poter iniziare seriamente a parlare ma soprattutto a prendere decisioni. Serve volontà e grande tempismo, se si intervenisse immediatamente le strutture potrebbero essere pronte per la nuova stagione altrimenti temo che molte non potranno partire. Dopo aver faticato tanto per lanciare Ostia come un polo turistico ben attrezzato, sarebbe veramente scellerato lasciare di nuovo la città in balia di sé stessa.
Fumagalli, il SIB Lazio ha maggiori notizie?
Praticamente siamo nella stessa situazione, stiamo cercando di instaurare un tavolo con gli assessorati di riferimento ma la confusione è molta: sono stati stanziati 6 milioni di euro per il problema della costa di Ostia con la promessa che entro Ottobre sarebbe stato pronto un piano di intervento, bene ad ora i soldi sono ancora bloccati perché di questo piano non c’è alcuna traccia.
Inoltre molte risorse sono andate sprecate, si era parlato della creazione di un bypass tramite una draga per poter spostare forzatamente la sabbia. Dopo tre anni il macchinario necessario è arrivato ma è fermo in porto in attesa che si decida chi e come deve adoperarlo.
Quindi sono a rischio anche posti di lavoro?
Come in tutte le situazioni di economia avanzata, se “cede” la prima linea poi si crea un effetto domino che ricade sull’indotto; allo stato attuale si potrebbe stimare in circa un centinaio di posti a rischio, in spiaggia ma se lo stabilimento non riesce a tenere personale in spiaggia è perché non c’è clientela e questa assenza ricadrebbe inesorabilmente sui servizi aggiuntivi come ristoranti e bar aumentando di molto il numero delle famiglie che si troverebbero in fortissima difficoltà.

Il maltempo flagella la costa di Ostia
L’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia nell’ultima parte dell’autunno oltre a provocare enormi danni sul territorio ha messo nuovamente a nudo uno dei vecchi e più conosciuti problemi del litorale di Ostia: l’erosione dell’arenile. Secondo alcune stime, già nell’inverno scorso, ben 150.000 metri cubi di spiaggia sono stati erosi dall’avanzare del mare, l’equivalente di 10.000 camion pieni di sabbia andati perduti e quest’anno la situazione sembra non essere migliore. L’assetto degli arenili è stato compromesso dalle recenti mareggiate che hanno spinto le amministrazioni del territorio ad intervenire con iniziative volte alla salvaguardia delle coste vista anche la forte preoccupazione espressa dagli addetti ai lavori per le attività balneari della prossima stagione.
Ma perché si è giunti nuovamente a questa situazione? Dopo discussioni su quale modello di salvataggio adottare, la Regione Lazio ha optato per il Bms, acronimo di Beach Management System, un innovativo sistema ad impatto ambientale nullo, già utilizzato con successo su molte coste del mondo tra cui Usa, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Giappone e Malesia che si basa sul drenaggio dei sedimenti i quali, per evitare che vengano trascinati nuovamente in mare, vengono drenati da un sistema di tubi sotterranei che sfruttano la capacità dell’acqua di penetrare nel terreno per poi rigettarla in mare tramite delle apposite pompe. Il sistema però non ha sortito gli effetti sperati in quanto, secondo Giacomo Vizzani, presidente del XIII municipio, i tubi interrati sono fuoriusciti dalla sabbia rendendoli inutili oltre al fatto che la tecnica Bms è efficace se associata ad un costante ripascimento che, ogni due o tre anni, rinfoltisca la spiaggia. Già nel corso dell’estate si era parlato di una nuova soluzione al problema tramite il progetto di protezione globale nato da uno studio scientifico presentato dal presidente dell’Assobalneari Renato Papagni che, mantenendo il sistema preesistente costantemente in funzione, gli affiancava un complesso di barriere nei pressi del porto per poter filtrare e mettere in sicurezza, definitivamente, le sabbie del Lido di Ostia.
In una nota dell’Assessore alle Attività Produttive, al Lavoro e al Litorale Davide Bordoni, a seguito delle recenti mareggiate, si sottolinea l’importanza strategica del Lido di Ostia come centro di attrattiva turistico-balneare, dato l’ampio bacino di utenza e le potenzialità delle attività produttive e, proprio per poter sfruttare al meglio le capacità del territorio, si auspica la creazione di un piano per la protezione dell’arenile concordato assieme agli assessori regionali all’ambiente ed al bilancio volto a non far disperdere il potenziale di questa importante risorsa economica.
L’erosione delle coste non è comunque un problema della sola Ostia bensì, con l’innalzamento globale del livello dei mari, unito alla presenza di opere idrauliche per favorire l’agricoltura o la stessa protezione degli arenili, sta cominciando a minacciare le coste di tutto il mondo; proprio per questo molti dei più prestigiosi istituti di ricerca hanno cominciato ad interessarsi al problema facendo fare enormi passi in avanti ai modelli utilizzati per prevedere e difendere le coste: in principio le barriere venivano posizionate basandosi su semplici modelli matematici, poi si passò ai modelli a due dimensioni che comunque non rispecchiavano al meglio le reali condizioni di utilizzo per poi approdare, intorno al 2001 ai modelli a tre dimensioni con l’istituzione al politecnico di Bari del laboratorio di ingegneria delle coste italiano, uno dei centri di eccellenza d’Europa.